Different (La fata dei funghi)

La fata dei funghi prese un tiro dalla sua pipa e poi pensò tra sé e sé “Non sarebbe divertente se oggi ingannassi qualcuno inducendolo a entrare nel cerchio di funghi? È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta. Mi chiedo che tipo di umano potrei catturare oggi.”

Anche se gli umani continuavano a inoltrarsi nel bosco, era innegabile che i tempi fossero cambiati. Passati erano i tempi in cui gli umani vivevano al limitare del bosco, e dovevano avventurarsi al suo interno o affrontare il rischio di morire di fame.

Erano tempi più semplici. La gente entrava nei boschi, e a volte non ne faceva ritorno. I possibili colpevoli erano molti: un lupo, un orso, una brutta caduta, un albero spezzato... E ovviamente, le fate.

Erano bei tempi. Le fate erano ovunque, temute e rispettate. I boschi e le foreste erano il loro regno, e dunque il destino degli stolti che vi si avventuravano poteva benissimo finire nelle loro mani. Impauriti, indeboliti da fame e malattie, guidati dal bisogno e dai desideri. Perché a volte chi si addentrava nel bosco cercava volontariamente le fate in cerca di uno scambio; un microscopico sacrificio in cambio di poteri ben oltre le loro umane possibilità.

E talvolta quei maledetti osavano pure ribellarsi ai termini del patto! Una disgraziata che aveva dato troppa aria alla bocca si trovava a dover filare oro da un mucchio di paglia; suo cugino aveva offerto di aiutarla in cambio del suo primo bambino. Perfettamente ragionevole. Arrivato il momento di pagare, quella si era messa a frignare, il caro cuginetto si era fatto impietosire e aveva rilanciato dicendo che avrebbe potuto tenere il bambino se avesse indovinato il suo nome. E quella stronzetta imbrogliona allora aveva inviato uomini per tutto il regno, e aveva scoperto il suo nome. Dopo quello, suo cugino si era suicidato squarciandosi dalla punta del piede sinistro in su. Luridi umani ingrati.

“Gli umani di questo tempo però sono diversi” pensò; “Si rintanano nelle loro lontane casupole di roccia raffinata, e si avventurano di rado nei boschi e nelle foreste in cerca di cibo.”

Quelli che ancora si inoltravano nel bosco in cerca di cibo erano abbastanza facili da riconoscere, e si potevano dividere in due categorie: i cacciatori e i raccoglitori. 

I cacciatori non erano troppo diversi da quelli dei bei tempi andati: erano sempre più corpulenti degli altri umani -e decisamente più aggressivi- ma invece di vestirsi di pelli indossavano abiti fatti per mimetizzarsi nel verde, resi completamente inutili da farsetti arancioni così sgargianti che persino gli elementali dei fiori non la finivano più di deriderli. E le loro armi erano cambiate. Erano più grosse, più potenti e più rumorose. Grazie al cielo sembrava che non avessero bisogno di cacciare tutto l’anno. 

I raccoglitori invece si vestivano in colori tutti diversi ma con tenute simili: una casacca, delle brache corte o lunghe e dei pesanti stivaloni. Entravano nel bosco e facevano man bassa di frutti, erbe e dei suoi bei funghi. Non tutti però: alcuni tra i suoi funghi migliori, come le sue amanite, i suoi porcini malefici, i suoi scleroderma, le sue lepiote e le sue russole le disdegnavano grandemente. Non avevano proprio gusto.

“La maggior parte degli umani però, adesso si avventura nel bosco... Perché?”

Non ne era sicura.

Passavano per il bosco, a volte si fermavano per mangiare le loro provviste. Alcuni di loro portavano strani aggeggi al collo, che puntavano contro alberi, animali e altri umani, ma niente sembrava accadere. A volte usavano aggeggi rettangolari più piccoli, li puntavano e poi rimanevano a guardarli per diverso tempo come in trance; altre volte quegli aggeggini li tenevano incollati ad un orecchio e vi parlavano dentro frasi sconnesse tra loro. 

“Che abbiano scoperto la magia?”

Poi, e questa era una cosa che non finiva mai di sorprenderla, si avventuravano nei boschi le famiglie coi loro bambini per un’intera giornata! E poi lasciavano sempre il bosco tutti insieme!

E sembrava proprio che ormai gli umani non temessero più le fate, non le cercava più nessuno, tranne qualche bambino e qualche adulto che veniva spesso sbeffeggiato dalla comunità.

“Gli umani sono sempre stati strani, ma con ogni secolo che passa li capisco sempre di meno!” si disse la fata dei funghi scuotendo la testa.

Quindi finì di fumare, e si alzò in volo nel pigro pomeriggio, sperando di catturare un bambino.

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