Confinement

Sei fortunato, sai? Se fossi capitato qui in occasione del mio primo risveglio, non avrei avuto esitazione e ti avrei passato da parte a parte con la mia Claymore. Perché? Ma perché è il mio ruolo, è ovvio! 
È così che funziona l’incantesimo che mi trattiene qui: io rimango dormiente dentro la mia alcova in questa stanza per secoli e secoli, ma nel momento in cui qualcosa... O qualcuno... supera il confine tracciato magicamente ed entra all’interno di questa stanza, io mi risveglio. Il mio compito è quello di affrontare gli intrusi, e preferibilmente ucciderli. Ovviamente non si tratta di una mia preferenza. 

Io sono solo uno scheletro risvegliato, dovrei eseguire gli ordini di chi mi ha vincolato a questo luogo: uccidere gli intrusi e riprendere il mio sonno. Ma ti dirò, quel bastardo deve aver sbagliato qualcosa nel rituale o nella formula! 
Al mio primo risveglio, dopo aver ucciso chi aveva violato il confine, stavo mettendo via la mia spada quando ho colto il mio riflesso sulla lama; mi sembrava alquanto strano, quindi ho preso lo scudo di uno dei furfanti per dare un’occhiata più approfondita. Sai cosa ho pensato, vedendo questo teschio che mi fissava dal mio riflesso? AH! Ho pensato “Questo è inusuale!”. Poi sono tornato al mio sonno.
Ed ho cominciato a sognare, e a vedere pezzi di una vita, pezzi della mia vita. E non è così che dovrebbe essere, nel sonno di un maledetto. E, ancora più strano, al mio risveglio ricordavo le cose che sognavo, e notavo i dettagli che tradivano il passare del tempo: i resti degli intrusi, la polvere, il deteriorarsi di alcune cose intorno a me, come quegli arazzi! Un tempo i colori erano brillanti e vivi, e non cadevano a pezzi.
Naturalmente iniziai a mettere insieme i pezzi: le cose che vedevo intorno a me in questa stanza non erano del tutto coerenti con tutte le cose che vedevo nei miei sogni; alla fine riuscii a capire che la cosa che credevo mi tenesse qui non era altro che una menzogna.

Eh? Va bene, ti spiego. Quando si vincola qualcosa, è sempre per uno scopo: il mio scopo era di stare di guardia ed impedire agli intrusi di avere accesso alla stanza qui adiacente. Ma vedi, quel gran figlio di puttana che mi ha vincolato qui, il Conte Ulmer, non era un figlio di puttana qualsiasi: no, lui era un nobile molto potente con mire espansionistiche esagerate. Nell’ultima battaglia volta a fermare la sua guerra il mio esercito fu sconfitto e io, in quanto loro leader fui condotto di fronte al Conte in persona. Quel maledetto non solo mi fece condannare a morte, ma servendosi delle sue arti magiche oscure mi costrinse a fare la guardia al suo sepolcro, e strutturò l’incantesimo in modo che io credessi di difendere la casa della mia amata. Ma tant’è. Sai è quasi imbarazzante quanto ci abbia messo, a rendermi conto che non era possibile che lei fosse ancora viva.
Lei era bellissima. Ed una gran donna. Mi ricordo ancora il giorno in cui chiamammo un pittore perché dipingesse il nostro ritratto. Mi stavo guardando allo specchio, e lei venne personalmente ad annunciarmi che il pittore era arrivato; quando le dissi che non era necessario che fosse lei a dirmelo, lei scrollò le spalle e disse “Ne sono consapevole mio signore, ma iniziavate a mancarmi”. Mi chiedo se sia riuscita ad avere una bella vita...

È passato così tanto tempo, ormai. Ho rivelato la verità sulla mia esistenza, ho imparato a lottare contro quella compulsione che mi spinge a uccidere chiunque entri in questo luogo, e tutto senza mai lasciare queste quattro mura. Credo anche di aver trovato il modo di spezzare l’incantesimo che mi lega qui.
Ma ho paura... Cosa potrebbe succedere, nel momento in cui l’incantesimo verrà spezzato? Morirò? Le mie ossa si sbricioleranno sotto il peso dei secoli che sono passati? Mi attenderà un paradiso celeste? O le pene dell’inferno per il sangue che ho versato costretto dalla maledizione? Oppure, e questo mi terrorizza, il vuoto eterno? O forse l’incantesimo è talmente difettoso che spezzandolo resterei in questa forma grottesca, ma libero di lasciare questo luogo? Cosa potrei fare mai, se questo dovesse essere il caso?

Così continuo a rimandare il momento in cui aprirò quelle porte, profanerò io stesso la tomba di quel dannato Conte, e gli strapperò di dosso qualsiasi cosa che possa essere legato alla mia maledizione. Secondo te la maledizione proverebbe a spingermi ad uccidere me stesso? È divertente pensarci, non è vero? Penso che continuerò a rimandare, almeno fintanto che nel sonno potrò rivedere i ricordi. Lì vedo ancora lo splendore del mio passato, e l’amore che ho ricevuto da lei. Non mi sento ancora pronto a dire addio a questi sogni.

Ma ti starai annoiando, e sono sicuro che hai di meglio da fare nella vita che passare la notte in compagnia di un vecchio scheletro risvegliato in preda alle paranoie! Per te dev’essere un vero mortorio! Ehehe!... Pensandoci bene, perché sei entrato qui? Una... prova di coraggio? Va bene, per questa notte queste quattro mura saranno anche il tuo rifugio, ma ad una condizione.

Parlami del mondo che si estende là fuori.

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