DISCLAIMER:
Questa storia contiene allusioni esplicite ad atti sessuali
(Fanfiction di Alfie by InCase)
La prima volta che Ignatius Barnes aveva visto una donna umana, il suo villaggio era in subbuglio. Sebbene umani e Havlin avessero stretto patti commerciali in tempi più remoti, il villaggio Havlin di Pickering si trovava al limite delle rotte principali, quindi era trascorsa una generazione e mezza dall’ultima volta che gli umani erano passati di là. Fino al giorno in cui arrivò una caravana al villaggio, nel tentativo di stabilire una nuova rotta commerciale.
Ignatius non aveva mai visto delle creature così meravigliose... E così ENORMI. I loro culi erano grandi come la luna, i loro seni così grossi da fargli dubitare di essere in grado di sollevarli. Ed erano anche meravigliosamente lascive, se paragonate alle donne Havlin. Quando provò per la prima volta il piacere di una donna umana, Ignatius sentì di non aver mai vissuto prima di allora; e constatò personalmente che il seno di una donna umana era davvero troppo grande perché lui riuscisse a sollevarlo.
Ridacchiò pensando a quando gli altri abitanti del villaggio lo avevano colto in flagrante con un’umana: era la giornata di Kupala, e lui aveva passato una giornata alla gogna ad essere umiliato dai suoi compaesani a colpi di frutta e altri oggetti che era consentito tirargli addosso. Quella era stata una festa del solstizio da ricordare: diversi giorni dopo, si era venuto a sapere che la giovane figlia dei Tolman era scappata con la carovana, e la madre era partita per riprenderla. Che Ignatius sapesse nessuna delle due era più tornata a Pickering, e non gli aveva dato torto: Pickering era un posto pieno di puritani ipocriti, sempre col naso negli affari degli altri.
Tutto questo lo aveva infine spinto a lasciare lui stesso il villaggio, in cerca di fortuna come musicista itinerante. Erano passati diversi mesi da allora.
Dalia, una prosperosa prostituta della locanda “Le Braci Silenti” si era addormentata dopo un’intera serata passata a folleggiare; era la donna più bella su cui Ignatius avesse mai posato gli occhi: capelli rossi come il fuoco, due occhi profondi come la notte e un seno all’apparenza infinito e un sedere scolpito dagli dei in persona. In questo momento lo abbracciava da dietro, avvolgendolo quasi completamente coi suoi seni. Era il paradiso. Ignatius baciò il seno su cui stava poggiando la testa come fosse un cuscino, poi chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal battito del cuore di Dalia.
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