Il Chetodontoplo è un piccolo schentice molto comune sulle lune di Uroboro15. Lo si trova su quasi tutta la superficie ad esclusione della linea equatoriale della luna, perché il freddo in quelle zone impedisce il corretto funzionamento del loro peculiare organismo; i colori variano a seconda della zona della luna in cui si insediano, perché in diverse zone i cristalloboccioli (la loro principale fonte di nutrimento) assumono colori diversi.
Il Chetodontoplo vive in piccole colonie al cui vertice sta un re, e finora sembra che non esistano sessi diversi, e si riproducano per androgenesi.
Come tutti gli schentici, il Chetodontoplo ha il corpo diviso in quattro segmenti: l’antesegmento, il mediosegmento, il mediosegmento secondo e il postesegmento. Vediamoli più da vicino.
Nella parte alta dell’antesegmento troviamo due grossi peduncoli e quattro grossi bulbolidi; i peduncoli sono ricoperti da una fitta peluria, e vengono usati dal Chetodontoplo per rilevare le fragranze emesse dai cristalloboccioli.
-Una nota interessante, i cristalloboccioli formano con il Chetodontoplo una relazione incredibilmente complessa: il Chetodontoplo trae nutrimento dalle secrezioni prodotte dal cristalloboccioli, mentre i cristalloboccioli affidano al Chetodontoplo le proprie spore riproduttive. Non è inusuale trovare resti di nidi di Chetodontoplo in un prisma di cristalloboccioli: spesso e volentieri, alcune spore restano attaccate alle zampe e vengono riportate al nido, dove fanno presa e crescono, finendo con l’invadere il nido nella sua interezza e costringendo l’intera coronia a trovare un nuovo sito di nidificazione.-
I bulbolidi invece sono ancora oggetto di discussione. Alcuni esperimenti sembrano provare che essi aiutino il Chetodontoplo a percepire la posizione del sole, ma ci sono altri studi in corso che stanno prendendo in considerazione l’ipotesi che essi non costituiscano un organo visivo, ma che siano in qualche modo collegati al campo magnetico delle lune.
Il mediosegmento ospita il complesso dell’apparato circolatorio, digerente, e respiratorio del Chetodontoplo: vista l’atmosfera estremamente rarefatta delle lune, il Chetodontoplo è privo di polmoni, così come non possiede organi con cui attingere i gas dall’ambiente circostante.
Il suo apparato digerente è composto da tre camere: il rumine, il pneumodomàzio, e l’abomaso. Il rumine e l’abomaso, svolgono quasi le stesse funzioni che hanno le omonime camere digerenti in diversi animali terrestri conosciuti come “ruminanti”: il rumine ospita intere colonie di microorganismi che si occupano di fermentare il bolo alimentare, mentre l’abomaso si occupa della vera e propria digestione e assorbimento, dove una miscela di sostanze corrosive riduce ciò che precedentemente è stato fermentato in sostanze molto molto piccole che possano essere assorbite dal turbo digerente.
Il pneumodomazio, invece, è una camera estremamente affascinante. Ricordate di come abbiamo detto che il Chetodontoplo non ha polmoni e non effettua uno scambio gassoso con l’ambiente esterno? Ebbene, i gas ottenuti dalla fermentazione del cibo nel rumine viene incanalato verso il pneumodomazio, le cui pareti sono ricoperte da una serie di organuli (organuli di Joestar, da Johnson Joestar, lo scopritore, che è deceduto) atti ad assorbire e mettere in circolo i gas. Dal mediosegmento si diramano inoltre due delle 7 zampe del Chetodontoplo.
Il mediosegmento secondo ospita la porzione finale del turbo digerente (così chiamato per via della rapidità con cui le sostanze nutritive vengono espulse), gli organi di Cyrus (da Geremia Cyrus, lo scopritore, anch’egli deceduto), e l’apparato riproduttore.
Il turbo digerente termina in un piccolo stoma sul ventre del Chetodontoplo. Alcuni scienziati hanno proposto di chiamarlo cloaca, dal momento che sia il turbo digerente che il canale della nascita sembrano terminare con la stessa apertura, ma altri scienziati rifiutano questa proposta: semplicemente, essi sono disgustati dal fatto che i piccoli del Chetodontoplo possano passare dallo stesso posto in cui passano gli escrementi li disgusta... Probabilmente ha a che fare col fatto che nessuno ha mai visto un Chetodontoplo deporre delle uova, facendo presuppore il Chetodontoplo sia viviparo o ovoviviparo. Onestamente, io sono con gli scienziati contrari.
Non è ancora stata ben definita la funzione degli organi di Cyrus, che all’apparenza sembrano completamente scollegati dal resto degli altri organi del Chetodontoplo, e la ricerca è un po’ ferma su questo fronte, principalmente perché il Dr. Cyrus stava un po’ sul culo a tutti, e dal momento che non possono nemmeno più dare il nome agli organi, nessuno vuole davvero essere associato a lui.
L’apparato riproduttore è ancora soggetto di studio. Abbiamo accennato a come sembri che il Chetodontoplo si riproduca per androgenesi, ma sono ipotesi basate sul fatto che altre specie di schentici siano completamente privi di esemplari femmine. Ma d’altronde tutti gli schentici sono organismi ancora nuovi per noi, come anche l’ambiente che li ospita. Chissà quali mirabolanti cose scopriremo in futuro sulla riproduzione del Chetodontoplo. Sarebbe incredibile se si scoprisse che in realtà sono una specie parassitoide.
Il postesegmento invece è il più piccolo dei segmenti. Venne chiamato postesegmento in onore di Dinozzo Poste, lo scopritore (che non è ancora deceduto); inizialmente si pensava che il postesegmento fosse un piccolo prolungamento del mediosegmento secondo, ma Poste smentì la cosa osservando che effettivamente era un segmento a sé stante.
E ironicamente, sembra che il postesegmento sia coinvolto nel sistema di comunicazioni usato dal Chetodontoplo. Le meraviglie del caso!
Pur essendo una creatura estremamente affascinante, il Chetodontoplo è dannoso per gli elementi riscaldanti del pannello energetico nelle abitazioni e degli impianti industriali delle lune, in quanto essi emettono una fragranza molto simile a quella dei cristalloboccioli. Quindi se ne avvistate uno in casa, o sul posto di lavoro, avvisate un supervisore per la ricerca di una falla, poi arrotolate un giornale e SPLAT!
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