DISCLAIMER:
Questa storia contiene descrizioni esplicite di atti sessuali
-No... non è possibile- mormorò
Ma era possibile. Ed era proprio così. Aveva l’accendino scarico.
-UUUUGGHHH- Perché l’appuntamento era stato fissato in mezzo al nulla ad una stazione di servizio abbandonata quando ad un’ora di macchina, sulla strada principale, ce n’era una perfettamente funzionante e ben rifornita?
Marco volse lo sguardo al cielo, e si rese conto del perché: in quel punto, abbastanza lontani dalla città e dalle luci delle grosse autostrade, le stelle erano uno spettacolo. Ed era altamente improbabile che passassero spesso auto della polizia. Ideale per una passionale notte d’amore sotto le stelle. I preservativi, almeno, era sicuro di averli presi.
Si distese sul cofano dell’auto e guardò l’orologio: mancava solo mezz’ora quarto d’ora all’appuntamento, non ce l’avrebbe fatta a tornare alla stazione di servizio funzionante, comprare un accendino e tornare. Forse poteva chiedere al suo appuntamento di comprarne, se era ancora per strada. Guardò il telefono: zero barre. Merda.
Laura fumava? Non riusciva proprio a ricordarlo. E visto lo stato delle cose, non aveva senso controllare l’app di appuntamenti su cui l’aveva conosciuta. L’app avrebbe mostrato la pagina principale e poi sarebbe andata in blocco nel tentativo di caricare il profilo di Laura.
Laura... Ancora non riusciva a credere di essere stato tanto fortunato con quel match: capelli rossi di fuoco, labbra piene, occhi neri e profondi, un seno niente affatto male! La perfezione fisica fatta donna. Immediatamente i suoi pantaloni si fecero più stretti.
Si sorprese a giudicarsi per la sua superficialità, e sorrise tra sé e sé; certo, se avesse voluto una relazione meno superficiale non sarebbe andato a cercarla su un sito di incontri dedicato al sesso occasionale... Ma ehi, nessuno aveva mai detto che le grandi storie d’amore non potessero nascere da due persone che all’inizio volevano solo saltarsi addosso! Bastava guardare a Romeo e Giulietta: due adolescenti pieni di ormoni, si sposano dopo aver fatto sesso una sola volta; una famosa storia d’amore, citata da innumerevoli come una tra le migliori addirittura! Bastava ignorare il fatto che alla fine morissero entrambi (il che, si ricordava di aver letto da qualche parte, contribuiva soltanto al genio della tragedia di un grande amore rimasto inesplorato).
Non si sentiva di negarlo, conversando con Laura aveva sentito una connessione, una sorta di scintilla. La notte era giovane, e ci sarebbe stato abbastanza tempo per parlare, oltre che per fare sesso.
Si lasciò scappare un sospiro e controllò di nuovo l’orologio: mancavano ancora venti minuti all’appuntamento; si maledisse per la sua smania di arrivare sempre in anticipo, in realtà una manifestazione della sua ansia e il suo disprezzo per i ritardatari.
Non pensava che Laura si sarebbe fattta attendere: da quando avevano matchato sull’app, ogni qualvolta si erano dati appuntamento per sexting o sesso al telefono lei era stata il ritratto della puntualità.
Ridacchio. Era puntuale al punto che aveva dovuto impostare per lei una suoneria ben distinta dalle altre, in virtù del pavloviano riflesso condizionato: essenzialmente aveva iniziato ad avere un’erezione ogni qualvolta riceveva un messaggio o una chiamata.
Parlando di erezione, quella attuale stava diventando abbastanza scomoda. Se solo avesse potuto fumare una sigaretta e distrarsi! Ma ahimé, l’accendino era scarico e l’accendisigari del suo furgoncino era guasto già da diverso tempo.
Prese brevemente in considerazione l’idea di darsi sollievo da solo, ma era da due giorni che non si toccava per via dell’accordo preso con Laura, e non avrebbe certo disobbedito ora! Poteva forse appoggiare la sigaretta su una parte calda del motore per accenderla? Anche se fosse stato così incosciente da provare, era già fermo da un po’ e il cofano su cui poggiava il sedere confermava che comunque il motore non era più caldo abbastanza.
Quindi decise di provare a distrarsi recitando a memoria qualche canto della divina commedia, di sicuro avrebbe ammazzato sia il tempo che la tensione. E guardando le stelle, iniziò a recitare.
Stava per iniziare a declamare del bene che Dante aveva trovato nella selva oscura, e anche a rendersi conto del fatto che in fondo non si trovava in una situazione tanto differente, quando all’improvviso qualcuno gli rivolse la parola.
-Non mi avevi detto di essere anche un poeta- disse Laura sbucandogli alle spalle
Dopo il sussulto iniziale, Marco era sicuro che il suo batticuore non fosse dovuto solo allo spavento improvviso. – Per quanto mi piacerebbe prendermi il merito, queste non sono parole mie- disse ridacchiando, anche se certamente la cosa doveva essere ovvia: d’altronde, chi non aveva studiato Dante al liceo? Scese dal cofano dell’auto e sviò il discorso –Sei arrivata in anticipo-
-Disse quello che era già qui e recitava poesie alle stelle!- Laura gli si avvicinò e gli cinse il collo con le braccia –Aspetti da molto?-
-Da una vita intera.- ribattè lui cingendole i fianchi e guardandola negli occhi. Gli era sembrato un po’ banale, ma non si sarebbe certo messo a rinfacciare ad una donna così stupenda il tempo che aveva atteso il suo arrivo! Non era nemmeno arrivata in ritardo sull’orario concordato. Per sua fortuna, Laura si mise a ridere.
Aveva una risata bellissima.
-La tua attesa è finita, piccolo- disse lei prendendogli il viso tra le mani –Ora ti bacerò, e poi sarai mio per il resto della serata-
Le loro labbra si incontrarono. Istintivamente, Marco chiuse gli occhi e si perse ad esplorarla con tutti gli altri sensi. Laura aveva le labbra morbidissime; il suo profumo, e non solo la fragranza che probabilmente si era spruzzata addosso per l’occasione, era ricco di essenza floreale e cocco; sotto le mani e premuto contro il proprio corpo sentiva le forme del suo, il suo calore.
Era completamente inebriato dalle sensazioni. Il modo in cui Laura intrecciava la propria lingua alla sua era magistrale, sembrava quasi che non avesse mai fatto altro in vita sua. Ogni sforzo fatto con Dante per calmare i suoi bollenti spiriti era stato vano. Quando si separarono avevano entrambi il fiato corto. Marco si sentiva le gambe deboli, come se avesse appena corso, il che era inusuale. Che sia una corsa di riscaldamento, scherzò tra sé e sé. -Mi piace come baci- le sussurrò.
-Anche tu baci bene, piccolo.- rispose lei, e gli morse delicatamente il lobo dell’orecchio –Ora sei mio.-
Oh sì!
La prima cosa che fecero fu mettersi comodi sul retro del suo furgoncino, che aveva attrezzato di materassino gonfiabile, coperte morbide e un paio di piccole candeline tealight.
-Hai pensato proprio a tutto!- esclamò Laura con un tono di approvazione –Che bravo ragazzo-
Una sensazione di piacere si diramò dallo stomaco per tutto il corpo di Marco. Aveva un debole per le lodi, probabilmente era anche un po’ masochista –non aveva ancora sperimentato giochi col dolore, ma il gioco di potere gli faceva perdere la testa- e Laura stava usando quella sua “debolezza” senza pietà.
Si spogliarono e distesero sul materassino; Laura lo fece mettere sulla schiena, e dopo avergli messo un preservativo si accomodò sopra di lui e iniziò a muoversi. Marco fu grato della cosa, perché aveva l’impressione che le forze lo stessero abbandonando: un calo di pressione? Prese mentalmente nota di mangiare qualcosa di zuccherino dopo aver finito con Laura, poi sospirò e gemette sotto il delizioso assalto che Laura stava conducendo su di lui, godendosi lo spettacolo delle forme di Laura che si muovevano sobbalzando.
-Oh Laura... Sono vicinissimo- disse con la voce flebile, non sapeva se per il calo o per l’estasi.
-Posso finirti con un pompino? Mi piace moltissimo quando mi vengono in bocca- disse lei.
Marco non avrebbe saputo dirle di no. Laura si alzò, sfilò il preservativo e poi si chinò su di lui prendendolo in bocca. Mentre Laura continuava a mangiarlo, Marco guardò fuori dal furgone, e si accorse che non aveva visto la macchina di Laura, quando era arrivata. Era improbabile che si fosse fatta la strada a piedi, era un bel po’ di cammino dalla strada pricipale. Forse si era fermata con l’auto un po’ più indietro?
Non riusciva più a pensare chiaramente. Era prossimo all’orgasmo, e la stanchezza si faceva sempre più grande.
Poi il furgone venne avvolto dalle fiamme.
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