Sour

Certe persone in uno stato mentale alterato (che sia da sostanze psicotrope o da una profonda carenza di sonno) dicono di poter “sentire i colori”. Questa, per i letterati, è una figura retorica chiamata Sinestesia, ovvero quando due elementi sensoriali distinti vengono accostati. 

“E restò negli occhi aperti un grido”, dalla poesia X Agosto, ne è un ottimo esempio.

Io soffro di un disturbo della percezione chiamato anch’esso Sinestesia, perché quando percepisco con uno dei miei sensi qualcosa, la mia mente vi sovrappone un’esperienza sensoriale distinta e scollegata dallo stimolo fisico. 

Nello specifico, la forma di sinestesia da cui sono affetta è conosciuta come “Sinestesia lessicale-gustativa”. Quando leggo alcune parole, percepisco sapori e gusti, anche molto forti. In parole povere, assaporo le parole.

Ora ti verrà da ridere: di mestiere faccio l’editor. Sono anche piuttosto brava, e penso di dovere una parte del mio successo alla sinestesia.

Per me, ogni genere di narrativa ha un sapore diverso: per farti un esempio i gialli in genere sanno di hot dog, i lavori di fantascienza sanno di barrette proteiche ai frutti rossi, i romanzi rosa solitamente evocano il sapore di vaniglia. Sì, ahahahaha, anche quelle con scene di sesso abbastanza spinto.

Qui arriva la parte interessante: i piccoli strafalcioni le parole scritte male, evocano in me il sapore di un semino di frutta rimasto in bocca durante la masticazione. Ma quello che mi ha reso eccellente nel mio lavoro è il fatto che indipendentemente da quanto la storia sia stata scritta bene, dal punto di vista grammaticale, sintattico, è questo: se ci sono buchi di trama, se trame e sottotrame non si amalgamano bene, passami il termine, dai! Insomma, se una storia non è raccontata bene, sento in sapore amaro in bocca.

Quale che sia il sapore del genere, una storia raccontata male mi lascia letteralmente l’amaro in bocca. Quindi per ristabilire il corretto sapore della storia, lavoro insieme all’autore per fare sì che la storia sia raccontata il meglio possibile.

Ovviamente questo dei sapori resta un mio segreto e la mia guida personale, e non sempre i miei capi hanno la pazienza di attendere che un’opera “abbia il sapore giusto”, ma lavoro nel campo da parecchio tempo, e sanno di potersi fidare di me, e mi danno quasi sempre abbastanza tempo.

Ma raccontami un po’ di te, la tua storia, adesso: sono curiosa di sapere che sapore ha.


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