Slither

Che giornata magnifica! Il sole è alto, la mia roccia preferita è ben calda, e poche nuvole attraversano il cielo. 

Sarò onesta, all’inizio non ero entusiasta del dover spendere delle ore al sole, ma i serpenti ne hanno bisogno, e devo dire che mi ci sono abituata... Anzi, lo trovo davvero piacevole. Teoricamente potrei anche fare delle cose mentre loro si riscaldano, ma perché dovrei? Siamo solo noi sull’isola, io e i miei serpenti. Cacciamo quando abbiamo fame e nel tempo libero giriamo per l’isola. Stare ferma al sole per qualche ora non influisce su niente.

Se non altro, mi offre tempo per pensare. A cosa penso? A cosa posso fare per rendere la giornata diversa dalle altre, a piccoli progetti per la mia dimora e lo svago, alle riparazioni che servono... Se non è una buona giornata penso al passato, e all’ingiustizia di quello che mi è successo. Ma anche quello dura poco. I serpenti sentono le mie emozioni, io le loro, e da diverso tempo ormai abbiamo imparato a comunicare e collaborare. Sembra strano, ma gli voglio un gran bene adesso.

Ssssiamo pronti! Forza, ssssu! Ssssssmuoviamoci! Mi dicono le loro vocine, tutte diverse tra loro.

Non mi muovo ancora, il sole oggi è particolarmente piacevole. Poi sento una linguetta forcuta sul viso.

Medussssssaaaaa!

Va bene, va bene. Striscio giù dalla mia roccia e mi avventuro nella vegetazione. 

Cacciare con i serpenti è un’esperienza interessante, dal momento che faccio tutto esclusivamente ad occhi chiusi. Non posso certo rischiare di tramutare in pietra il pasto! Mi sposto lentamente, girando quasi a caso intorno, mentre i serpenti sul mio capo si muovono in tutte le direzioni, guardando e annusando. 

Ssssscovato!

Una volta che viene individuata una preda, tutti i serpenti si spostano nella sua direzione, e in qualche modo anche io so come devo muovermi. Non riesco a spiegarlo, ma faccio tutto esattamente come se vedessi e sentissi quello che sentono loro, anche se effettivamente non vedo niente. 

Afferro la preda con le mani, e poi le mie spire si avvolgono attorno ad essa, e stringo, stringo finché non smette di dibattersi. A quel punto apro gli occhi.È ora di mangiare.

Ssssservito! Sssspuntino! Ssssucculento!

Non mi è ben chiaro come funziona il nostro metabolismo, ma quello che è ovvio è che se io mangio, anche loro usufruiscono delle sostanze nutritive.

Guardo la testa della nostra preda. Ora che è morta, posso guardare i suoi occhi senza temere che si trasformi in pietra. Gli occhi sono vitrei, immobili nelle orbite, ma il loro colore marrone è così intenso e bello...  Forse è l’unica cosa che mi manca del passato... poter guardare negli occhi gli altri.

Ormai non incontro una persona da anni, da quando mi sono spostata su quest’isola. Dovevo farlo, le persone mi hanno dato la caccia da quando ho assunto questa forma, ed ero stanca di pietrificare poveri stolti in cerca di gloria.

È un po’ triste, guardare negli occhi le creature morte. Per fortuna i miei serpenti sono immuni. 

Sono piena. Lascio il resto della carcassa agli altri animali e mi avvio verso la spiggia.

La sabbia è piacevole sotto il mio corpo. É calda come la roccia, ma cedevole e plasmabile, e posso vedere le impronte degli altri animali. A proposito... I gabbiani sono in subbuglio. Cosa succede? Qualcosa dal mare?

Volgo lo sguardo all’orizzonte, e il terrore mi coglie. Una barca, con una persona a bordo, si sta avvicinando alla riva! Afferro un pezzo di legno e mentre mi allontano dalla spiaggia cancello come posso le tracce che lascio sulla sabbia.

Una volta nel folto degli alberi abbandono il legno, e mi dirigo verso il mio rifugio. 

Mi avvolgo nelle mie spire, cercando di calmarmi. Umani? Qui? Non voglio ricominciare a uccidere! Non voglio dovermi spostare di nuovo.

Ressssspira.

Inspiro profondamente. È improbabile che siano venuti proprio per me. Espiro.

Dovremo capire le loro intenzioni. Poi agiremo di conseguenza.


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