(Una fanfiction di “The Arcana”)
Posizione Inversa: La Luna è bassa e fioca in cielo, essa oscura la via con il buio e la confusione. È il momento di esaminare quali paure bloccano il tuo cammino. Allora, i tuoi prossimi passi diverranno chiari.
Corro, la vegetazione fitta mi graffia i polsi e le caviglie, intralcia il mio percorso più volte. Inciampo in un groviglio di rovi, atterrando di faccia nel nero terreno, a poco più di un metro da un ruscello.
Il mio respiro è rapido, irregolare, il mio volto è rigato di lacrime calde. Guardo la mia gamba... Sanguina, ma la ferita dev’essere meno grave di quel che sembra.
Arranco verso il ruscello, e utilizzo l’acqua fredda e cristallina per lavare la mia ferita, poi le mie braccia e il viso. Vedo il mio volto riflesso nel ruscello. La mia espressione è sconvolta, quasi faccio fatica a riconoscermi, eppure so che la persona nel riflesso sono io...
Così com’ero io nella visione.
Il Lazzaretto: un’isola poco al largo delle coste di Vesuvia, che aveva funto da luogo di quarantena durante la Peste Rossa. E che in qualche modo era connesso al mio passato, alle mie memorie mancanti. Per questo sono qui: Asra ed io eravamo venuti qui per trovare la mia ancora, per bandire Lucio dalla mia mente.
E lì nella fornace del Crematorio, ho ricordato il momento della mia morte.
La mia mano si è ritratta dalla maniglia della fornace, l’aria sembrava rarefatta intorno a me. Asra mi ha supportato nel momento in cui sono caduta all’indietro, ma era troppo. Mi sono alzata e sono scappata, addentrandomi nel folto del bosco cresciuto intorno al Crematorio.
Sono morta a causa della peste tre anni fa.
Eppure sono qui.
In carne ed ossa.
Indiscutibilmente viva.
Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente per calmare il mio respiro. Quando li riapro, riflessa nel ruscello vedo una seconda figura opposta alla mia. La riconosco. Mi ha sempre guardato con i suoi occhi dorati e la sua testa di lupo durante le letture delle carte, nei miei momenti più vulnerabili.
La Luna mi guarda ancora adesso, dal suo riflesso rovesciato -Cosa ti spaventa, Azure?-
Il suo modo di fare così diretto è rassicurante, diverso da quello del Mago, ma altrettanto efficace.
-Ho appena scoperto di essere morta tre anni fa. Ma se sono morta, qualcosa... O qualcuno mi ha riportato in vita.-
-Hai forse paura di scoprire chi è stato e le loro intenzioni?- mi domanda la Luna
-No.- Rispondo. Anche perché ho una forte sensazione al riguardo, e anche questa sensazione troverà conferma o smentita molto presto. -Però se sono morta, e tornata in vita... Sono ancora la stessa persona che è stata cremata qui al Lazzaretto? Come mi ha cambiato tutto questo?-
La luna mi fissa silenziosamente.
-Ho dovuto apprendere tutto nuovamente. Non solo la magia! Parlare, muovermi... Come posso essere la stessa persona di prima?-
-È questo di cui hai paura? Il confronto con la persona che non c’è più?-
E in quel momento mi rendo conto di quanto sia assurdo il tutto. Comincia con una risata sommessa, poi mi ritrovo a ridere in maniera incontrollata, con le guance rigate di lacrime.
Ma non sono lacrime amare. Per la prima volta da quando la Contessa mi ha ingaggiata per risolvere l’omicidio del Conte Lucio, è il sollievo che mi spinge al pianto. È come se un grosso peso fosse stato sollevato dalla mia mente e dal mio cuore.
-...Azure?- Asra emerge dalla vegetazione alle mie spalle.
Mi asciugo gli occhi, e quando guardo di nuovo nel ruscello, non vedo più il riflesso della Luna. Mi alzo e mi volto verso di lui.
-Perdonami... avevo bisogno di un momento per elaborare il tutto- Non mi mancavono memorie. Sto vivendo una vita interamente nuova.
Gli occhi di Asra sono pieni di lacrime mentre si rivolge a me.
-Azure, non posso nemmeno immaginare come tu ti debba sentire in questo momento. Posso solo sperare... No. Qualsiasi cosa io sperassi, non è importante ora. Quello che è importante è quello che tu pensi. Che cosa vuoi fare della verità. Speravo di proteggerti. Non volevo che rivivessi il morire da sola nel Lazzaretto. Ma avevo anche paura... E non solo per te.-
La sensazione che ho provato durante il mio breve dialogo con la Luna era corretta.
-Avevo paura di affrontare il vero costo di quello che ho fatto. Ho aiutato Lucio, sapendo che tipo di persona fosse. E non eravamo le sole persone a quel rituale, quando Lucio ha provato a contrattare per un nuovo corpo. Ho spinto altri nei più pericolosi meandri del mondo magico, infranto barriere che nemmeno sapevo esistessero. Ho stretto un patto, la prima notte della Mascherata: parte del mio cuore in cambio della tua vita.-
Il ricordo del marchio magico in corrispondenza del suo cuore riaffiora nella mia mente. Il segno di un contratto.
-Ma dopo tutto quello che ho fatto... Tu sei qui. Sei viva.-
Estende la sua mano verso di me, io intreccio le nostre dita. I nostri cuori battono all’unisono quando ci abbracciamo.
-Mi mancavi... così tanto. Mi è sembrato così ingiusto perderti a causa della Peste. Ma la decisione non dovevo prenderla io, non è così? Tu sei quella più influenzata da ciò che ho fatto.-
Prendo un respiro profondo e lo stringo a me -Grazie Asra.-
Quello che ha fatto non deve essere stato facile. E non intendo sprecare la mia vita, così faticosamente ottenuta, a rimuginare su quello che è stato, su chi fossi nel passato.
Io sono qui, adesso. Io sono Azure.
Nessun commento:
Posta un commento