Water

-E così saresti interessato al Loch- disse il vecchio Nicholas asciugandosi la bocca col dorso della manica.
Il giovane studioso annuì con vigore –È assurdo che un’area così estesa rimanga inesplorata! E per via di cosa? Leggende, favole, superstizioni!-
Il vecchio Nicholas squadrò il giovane -Sai ragazzo, la cosa delle leggende...- bevve un altro sorso dal suo boccale -... Il punto è... Che a volte sono vere.-

Il giovane studioso roteò gli occhi: si stava abituando ad avere a che fare con bifolchi che tentavano di rifilargli prove fabbricate ad arte di questo e quel mostro, storie vere di incontri ravvicinati con esseri soprannaturali. Però, era sempre interessante includere i racconti delle genti locali, quando riportava la realtà dei fatti, quindi incoraggiò il vecchio –Mi racconti questa leggenda, allora.-

Il vecchio Nicholas svuotò il suo boccale e ne ordinò un altro –Non ero tanto più giovane di te- iniziò a raccontare.
-Il mio amico Christopher e io eravamo legati come fratelli, ed eravamo soliti cacciarci in ogni sorta di pasticcio nel tentativo di trascorrere le giornate nel modo meno produttivo possibile.
Un giorno, evadendo le nostre responsabilità, ci eravamo spinti nelle vicinanze del Loch; la nebbia era fitta, l’umidità penetrava le carni fino all’osso. Da un punto non distante provenivano dei lamenti; già allora giravano diverse storie di poveri stolti condotti alla morte da fuochi fatui, e ci illudemmo di poter fare qualcosa per aiutare: eravamo fannulloni, non senza cuore!
Seguimmo i versi fino alla sponda, e puoi immaginare la nostra sorpresa quando al posto di una persona trovammo un animale: un cavallo mingherlino, forse scappato da qualche fattoria nelle vicinanze, era immerso fino a metà nell’acqua scura, le zampe anteriori impantanate nel fango della riva. Povera bestia, probabilmente aveva esaurito le forze nel tentativo di tirarsi fuori.
Christopher suggerì di andare a salvare il cavallo, egli era d’animo nobile; io acconsentii ad assisterlo nel soccorso, malgrado ci fosse in quell’animale qualcosa che non mi convinceva, “magari il proprietario ci offrirà una ricompensa per averglielo riportato” pensai.-

Nicholas interruppe il racconto per prendere un lungo sorso di stout. Il giovane studioso non si era accorto di essersi sporto in avanti, rapito com’era dalla storia.

-Mi disse di cercare qualcosa da usare come corda- riprese il vecchio –mentre lui sarebbe andato a calmare il cavallo. Mi stavo guardando intorno quando udii Christopher gridare; il terrore in quelle grida era talmente vivido che mi si ghiacciò il sangue nelle vene. Quando mi voltai verso di lui...-il vecchio fece un respiro profondo, l’agitazione e il panico evidenti sul suo viso. –Non dimenticherò mai quello che vidi: la mano di Christopher era affondata nel corpo della bestia là dove si era posata per accarezzarla. Christopher si dimenava e tirava ma non riusciva a liberarsi, e anche l’altra mano rimase imprigionata nel crine del cavallo, fitto di piante acquatiche.-

Il vecchio Nicholas guardò il giovane studioso dritto negli occhi. –Un Kelpie, ragazzo mio.-
Il giovane studioso deglutì rumorosamente.

-Il Kelpie aveva catturato il mio amico, e lo stava trascinando nel suo antro acquatico per divorarlo vivo. Corsi verso il lago più velocemente che potei, e mi buttai in acqua per provare a salvare Christopher, ma l’acqua era troppo scura, e anche la mia mano destra rimase intrappolata mentre cercavo di afferrare il mio amico. L’aria abbandonava i nostri polmoni rapidamente. All’ultimo mi ricordai del mio coltellino, ma la creatura sembrava non soffrire i colpi che gli infierivo. Per liberarmi e tornare a prendere aria dovetti fare la scelta più difficile che avessi mai fatto in vita mia.- 
La luce fioca delle lampade si rifletté sull’uncino che il vecchio portava sul braccio destro.
-Mi immersi nuovamente, ma ormai era troppo tardi.- disse il vecchio Nicholas quasi singhiozzando: una singola lacrima solcava il viso dell’uomo, e il suo sguardo era perso nel vuoto –Il Kelpie e il mio amico erano scomparsi.

Il giovane studioso riprese fiato (quando aveva iniziato a trattenerlo?), poi aprì il quaderno degli appunti e segnò tutte le informazioni possibile prima che esse svanissero dalla sua memoria.
Se anche non si trattasse di un Kelpie, pensò, è possibile che qualcosa dimori nel lago. Un grosso pesce? Un antico dinosauro?
-La prego, mi porti al Loch!- supplicò.
-No, ragazzo.- disse il vecchio Nicholas scuotendo la testa –Molti sono morti in quelle acque. Se la curiosità ti spinge va’ pure. Io te l’ho detto e ripetuto: se ti avvicini a quel lago, morirai.- Detto questo, il vecchio si alzò, lanciò una manciata di monete all’oste, e si avviò fuori dalla taverna nella notte.

Sul farsi dell’alba, il giovane studioso si incamminò in direzione del Loch. Facendo fede al racconto del vecchio, la nebbia era così fitta che la si sarebbe potuta tagliare con un coltello, e doveva ringraziare i suoi abiti spessi se non sentiva l’umidità fin sotto la pelle. Guardò la bussola per accertarsi di essere sulla strada giusta e tese l’orecchio, cercando di sentire lamenti e altri versi; non udì nulla del genere, ma quello che sentiva era il chiaro sciabordare di acqua! Accelerò il passo finché non fu sulla sponda fangosa del Loch, e scrutò la superficie dell’acqua con attenzione. 
Era così intento nella sua osservazione, che non si accorse della figura che lo stava seguendo da quando aveva lasciato la taverna.

 La figura lo afferrò per i capelli esponendogli bene la gola, e lo sgozzò con un gesto rapido e ben assestato.
-Avrei preferito che mi avessi ascoltato, ragazzo.- disse il vecchio Nicholas lasciando cadere il corpo grondante di sangue nelle acque nere. Si crogiolò nell’amarezza giusto il tempo di lavare il sangue dall’uncino, poi vide Césh emergere dall’acqua, e l’aiutò a issarsi sulla sponda. La sirena gli prese il volto tra le mani e lo baciò a lungo.

Nicholas si sciolse nel bacio, e la sua amarezza svanì; non gli importava quante morti gli gravassero sulla coscienza, ogni volta che Césh lo stringeva tra le braccia sentiva un rinnovato bisogno di proteggerla, e sentiva che ne valeva la pena per tenere il suo amore al sicuro. Era stato così dal primo giorno, quando aveva ucciso Christopher per lei. 

La sirena ritrasse il sottile sperone velenifero dal collo di Nicholas.

2 commenti:

I PREFERITI DAI LETTORI